mercoledì 24 febbraio 2010
Numero Guida
Es.: 60 (Num. Guida) : 5 (Metri) = 12 (11ƒ di Diaframma)
Il Numero Guida si riferisce sempre ad una pellicola da 100 ASA/ISO.
I Migliori Tutorial di Photoshop
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domenica 21 febbraio 2010
Lumen
Equivale al flusso luminoso rilevabile in un angolo solido di 1 steradiante emesso da una sorgente isotropica con intensità luminosa di 1 candela. Ne discende che la stessa sorgente isotropica con intensità luminosa di 1 candela emette un flusso luminoso totale di 4π lumen.
Fonte: Wikipedia
sabato 20 febbraio 2010
Candela Internazionale
La sfera luminosa si ottiene moltiplicando 4π per 3,14² e rappresenta l'illuminazione prodotta da una "candela standard" posta ad una distanza di un piede (30,48 cm) da una superficie.
Negli Stati Uniti l'unità di misura dell'intensità luminosa si chiama, e viene chiamata così nella maggior parte dei testi tecnici della fotografia, "Foot Candle".
Note:
1 In inglese si scrive ugualmente candela, come in italiano, ma con pronuncia diversa (plurale candelas) e meno frequentemente candle.
Fonte: Wikipedia
Photo Credit: m_a_essam
venerdì 19 febbraio 2010
Nit o Stilb
Il Nit o Stilb è un'unità di misura della luminanza, non appartenete al sistema internazionale di unità di misura.
Indica il numero di candele per metro quadrato:
È generalmente usato dai costruttori di monitor per indicare la luminosità della superficie frontale misurata con un apposito strumento digitale.
Per dare un'idea del suo valore, un monitor CRT (Catode Ray Tube) ha una luminanza di circa 150 nit, mentre i monitor a LCD (Liquid Cristal Display) possono arrivare a 3 volte tanto.
Per essere visibile alla luce solare diretta, uno schermo deve avere una luminosità di almeno 800 nit.
Possiamo avere lampade che emettono un naturale flusso luminoso ma sono poco brillanti, come le lampade al neon, e, viceversa, possiamo avere una brillante fiamma di una candela con una minore potenza luninosa.
A volte, il plurale può apparire nella forma inglesizzata, nits.
L'origine del nome è legata alla parola latina nitere che significa brillare.
Fonte: WikipediaLux
L'illuminamento di una superficie di un Lux è il grado di intensità luminosa ricevuta su una superficie di un metro quadrato, alla distanza di un metro, da un flusso luminoso di un Lumen.
Fonte: Wikipedia
giovedì 18 febbraio 2010
Fotometria
La misurazione della luce è indispensabile sia in fotografia che nel cinema ed è finalizzata a quantificare la luce emessa dai corpi illuminanti sia naturali che artificiali. Inoltre, misura la luceriflessa dal soggetto. Una sorgente luminosa idealmente sospesa nel vuoto si può identificare come una sfera che irradia luce in tutte le direzioni. Naturalmente, all'allontanarsi dalla sorgente luminosa, l'energia diminuisce proporzionalmente. Se prendiamo una porzione una porzione della sfera, essa avrà un vertice partendo dal centro della sfera stessa e allontanandosi progressivamente formerà un cono. Questo sarà parte dell'irradiazione luminosa.
In Fotometria per dare origine alle misure si parte da questo cono che viene definito steradianteche è circa la 12,57ª parte della sfera luminosa. Il flusso luminoso irradiato all'interno di uno steradiante viene definito lumen; in altre parole viene definito lumen il flusso luminoso che una Candela Internazionale irradia in uno steradiante. Per Candela Internazionale si intende un cm/cubo di platino-iridio portato ad una certa temperatura di fusione. La luminosità di una Candela Internazionale è paragonata a quella di una candela per uso domestico.
Come già accennato con l'allontanarsi dal centro della sfera si ha una progressiva perdita di energia luminosa e l'unità di misura che stabilisce il grado di illuminamento ricevuto da un corpo che si trova ad una determinata distanza è il Lux.
Un'altra unità di misura è il Nit o Stilb che misura la brillanza dei corpi illuminanti.
Nel quotidiano lavoro dei fotografi o nel cinema queste grandezze fotometriche non sono sempre tenute in debito conto mentre si preferisce far riferimento all'energia luminosa erogata in termini di Watt ed è da chiarire che tra Watt ed Energia Luminosa non c'è nessun rapporto diretto. I Watt esprimono, infatti, il consumo di energia elettrica necessaria a produrre il fenomeno luminoso.
Nella pratica fotografica i corpi illuminanti maggiormente usati sono le lampade al tungsteno con attacco ad Edison (a vite) che erogano una potenza luminosa pari ad una energia di consumo da 500 Watt. Seguono i bulbi al quarzo-iodio che erogano una potenza luminosa pari ad una energia di consumo da 800, 1000, 1200 Watt. I flash elettronici hanno un tipo differente di misurazione: il numero guida, per i flash professionali portatili, e i Watt/sec peri flash professionali da studio.
Tenendo presente che le lampadine elettriche comuni emettono 10/15 Lumen per Watt (lm/W), le lampade per uso fotografico emettono 30/40 lm/W, è possibile stabilire il grado di illuminamento in Lux ricorrendo alla seguente formula: un lux è pari a un Lumen fratto un metro quadrato.
Dalla formula si può evincere che all'aumentare della distanza dalla sorgente il flusso luminoso diminuisce e si distribuisce, contemporaneamente, su di una superficie sempre più grande che aumenta in base al quadrato della distanza.
sabato 13 febbraio 2010
Corpo Nero
È un corpo che assorbe totalmente l'energia radiante incidente (radiazione elettromagnetica) che lo colpisce e non ne riflette ne trasmette alcuna. Deve, quindi, il suo nome unicamente all'assenza di riflessione.
La luce emessa dal corpo nero riscaldato viene chiamata radiazione del corpo nero. Quindi il Corpo Nero non riflette la radiazione incidente, ma, l'assorbe e, per la conservazione dell'energia, la re-irradia.
Il termine "corpo nero" venne introdotto per la prima volta da Gustav Kirchhoff nel 1862. Lo spettro di un corpo nero venne correttamente interpretato per la prima volta da Max Planck, il quale dovette assumere che la radiazione elettromagnetica può propagarsi solo in pacchetti discreti, o quanti, la cui energia era proporzionale alla frequenza dell'onda elettromagnetica. Questo importante risultato rappresenterà uno dei primi mattoni della nascente teoria dei quanti o meccanica quantistica.
Fonte: Wikipedia
Temperatura di Colore
In realtà molti corpi ed in particolare, per il nostro caso, un metallo (per esempio il platino od il tungsteno), si comportano, in adatte situazioni, in modo molto analogo al corpo nero, per cui la definizione risulta consona anche dal punto di vista pratico. La temperatura di colore non è una grandezza misurabile con il termometro, anche se si esprime in gradi. Lo strumento adatto a tale scopo è il kelvinometro.
La temperatura di colore è misurata in gradi assoluti o gradi Kelvin (0°K = 273° centigradi).
La temperatura di colore non può classificare tutti i colori (per essi valgono le coordinate tricromatiche), ma solo la luce più o meno "bianca" emessa da sorgenti a spettro continuo. In pratica, con la temperatura di colore, si esprime bene il "colore" delle luci che provengono da sorgenti luminose ad incandescenza e solo approssimativamente quella che deriva da altri fenomeni.
Nella tabella che segue sono indicati i valori della temperatura di colore della luce emessa da alcune sorgenti luminose.
È comune esperienza il fatto che un metallo, quando è riscaldato, emette luce. A basse temperature si ha un rosso cupo, che diventa sempre più brillante fino a diventare bianco con il crescere della temperatura. A temperature ancora più alte il bianco diventa più ricco di tinte azzurrine. I "colori" espressi dalla temperatura di colore sono proprio i colori emessi da tale corpo incandescente (o più rigorosamente dal corpo nero) alle varie temperature.
Temperatura di colore della luce emessa da alcune sorgenti di luce:
- Fiamma di una candela 1800°K
- Sole all'alba 1850°K
- Sole 20 minuti dopo l'alba 2100°K
- Sole 30 minuti dopo l'alba 2400°K
- Lampada ad incandescenza da 40W 2800°K
- Lampada ad incandescenza da 100W 2860°K
- Sole 40 minuti dopo l'alba 2900°K
- Lampada ad incandescenza da 500W 2960°K
- Lampada fluorescente "Warm White" 3000°K
- Sole 1 ora minuti dopo l'alba 3500°K
- Lampada fluorescente "White" 3500°K
- Lampada fluorescente "Cool White" 4500°K
- Sole alle 08.30 am (in estate) 5500°K
- Cielo coperto 6500°K
- Lampada fluorescente "Daylight" 6500°K
- Cielo blu 11100°K
- Cielo leggermente coperto 13000°K
- Cielo verso nord blu intenso 25000°K
- Lampade al tungsteno alogene a lunga vita 2900/3000°K
- Lampade al tungsteno alogene a vita breve 3100/3400°K
- Lampade ad arco (carbone) 4500/6000°K
- Lampade ad arco (xenon) 5500/6500°K
- Lampade metal-alogene a scarica di Hg 4500/6500°K
- Tungsteno alla temperatura di fusione 3750°K
- Lampade per proiettori Fresnell TV 3200°K
In realtà si constata che se un filamento di lampada è, per esempio, a 2800°K la temperatura di colore della luce da esso emessa è 2860°K, quindi, la temperatura di colore di una lampada al tungsteno è una cinquantina di gradi superiore alla temperatura assoluta del suo filamento.
giovedì 4 febbraio 2010
Il Nostro Mondo - National Geographic
Saranno esposte oltre 90 fotografie di 41 fotografi italiani e stranieri della National Geographic: Lynsey Addario, William Albert Allard, Annie Griffiths Belt, Jonas Bendiksen, James Blair, Alexandra Boulat, Jodi Cobb, Pablo Corral Vega, Meredith Davenport, Peter Essick, Melissa Farlow, Stuart Franklin, Alessandro Gandolfi, Justin Guariglia, David Alan Harvey, Fritz Hoffmann, Chris Johns, Lynn Johnson, Ed Kashi, Ivan Kashinsky, Karen Kasmauski, Tim Laman, Brian Lanker, Gerd Ludwig, Pascal Maitre, Emiliano Mancuso, Steve McCurry, David McLain, Gideon Mendel, Bobby Model, Michael Nichols, Alberto Novelli, Randy Olson, Antonio Politano, Steve Raymer, Nicolas Reynard, Reza, Jim Richardson, Joel Sartore, James L. Stanfield, Maggie Steber, George Steinmetz, Brent Stirton, Tomasz Tomaszewski, Tyrone Turner, Gordon Wiltsie, Kim Wolhuter, Michael Yamashita.
Il tema della mostra è l'umanità con i suoi contrasti sociali, culturali, etnici, religiosi che ci dividono, da un lato, ed i stati d'animo, i sentimenti, le sofferenze, le gioie che ci accomunano, dall'altro, il tutto visto con occhi diversi, quelli dei fotografi del National Geographic.
Il curatore della mostra, "Il Nostro Mondo", è Guglielmo Pepe, direttore della National Geographic Italia.
Hanno collaborato con il Comune di Roma, l'azienda speciale PalaExpo, il Ministero delle politiche agricole e forestali, Takeda, Lipton, Wwf Italia, Zoneattive.
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale, 194. Spazio Fontana, entrata in via Milano, 13. Da sabato 6 al 2 maggio. Ingresso libero. Info: +3906489411
Note Fotografiche
Il progetto realizzato con il contributo del Comune di Roma, è ideato dall’Associazione Merzbau Arte e Cultura.
Il Mu.Ga. + Merzbau è aperto da martedì a sabato dalle ore 10,30 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ingresso libero.
Per info chiamare il numero tel. +390645540484 e/o il numero di cell. +393393965020
Odradek – La Libreria, via dei Banchi Vecchi, 57 Roma – Tel +39066833451
Curatori: Paola Donato e Loris Schermi tel. +390686891121 cell. +393477074779 paoladonato@merzbau.it/lorischermi@merzbau.it
Organizzazione: Embrio.net e Associazione Merzbau Arte e Cultura
– Il Portale dell’Arte Contemporanea a Roma
mercoledì 3 febbraio 2010
Luce
Secondo Newton la luce era composta da particelle o corpuscoli emessi dai corpi luminosi. Le particelle si propagavano a grandissima velocità nello spazio e si rendevano visibili soltanto quando colpivano la retina dell'occhio.
L'ipotesi di Huygens era diversa: la luce, secondo lui, si manifestava sottoforma di onde sferiche che si propagavano in moto ondulatorio circolare.
Nonostante la validità delle due teorie, vicine abbastanza alla realtà, esse trovavano difficoltà ad essere applicate nella pratica.
Infatti, la teoria corpuscolare di Isaac Newton spiegava bene il fenomeno della riflessione ma trovava difficoltà nella spiegazione della variazione di direzione di percorso della luce (diffrazione, rifrazione).
La teoria ondulatoria di Christiaan Huygens formulata nel 1678 ma pubblicata solo nel 1690 nel Traité de la Lumière trovava difficoltà di applicazione nella considerazione del fatto che la luce sotto forma di onde sferiche, avendo bisogno di un mezzo di propagazione come l'aria o l'acqua, non spiegava come potesse la luce, proveniendo dalle stelle, oltrepassare lo spazio cosmico, privo dell'aria e dell'acqua, per raggiungere la terra.
James Clerk Maxwell alla fine del XIX secolo rielaborò in maniera fondamentale queste due teorie identificando l'origine della luce in oscillazioni elettromagnetiche che si propagano nello spazio alla velocità di 300.000 km/sec., fondando così la teoria elettromagnetica che da lui prende il nome. Per la grandissima maggioranza delle applicazioni questa teoria è ancora utilizzata al giorno d'oggi.
Un'onda elettromagnetica viene generata da due campi, uno elettrico ed uno magnetico ed è caratterizzata da due grandezze fondamentali: lunghezza d'onda e frequenza di vibrazione.
La lunghezza d'onda si identifica nel compimento di un ciclo completo di percorso dell'onda e si misura con la lettera greca lambda (λ).
L'altra grandezza d'interesse è la frequenza di vibrazione o dei cicli di oscillazione che l'onda compie in un determinato tempo. Questa grandezza si misura in hertz (Hz).
La velocità di un'onda elettromagnetica è data dalla formula: V=땃
L'λ è la lunghezza d'onda ed ƒ la frequenza.
L'aspetto caratterizzante immediato di un gruppo d'onde elettromagnetiche è la lunghezzada d'onda che è un'entità misurabile in sottomultipli del metro. Le misure maggiormente utilizzate sono il nanometro (nm) che corrisponde ad un millionesimo di millimetro, oppure l'amgstrom (å) che corrisponde ad un decimillionesimo di millimetro.
Per risolvere alcuni problemi sulla trattazione del corpo nero nel 1900 Max Planck ideò un artificio matematico, pensò che l'energia associata ad una onda elettromagnetica non fosse proporzionale al quadrato della sua ampiezza (come nel caso delle onde elastiche in meccanica classica), ma direttamente proporzionale alla frequenza e che la sua costante di proporzionalità fosse discreta e non continua.
L'interpretazione successiva che Albert Einstein diede dell'effetto fotoelettrico incanalò il pensiero dei suoi contemporanei verso una nuova strada. Si cominciò a pensare che quanto fatto da Planck non fosse un mero artificio matematico, ma piuttosto l'interpretazione di una nuova struttura fisica, cioè che la natura della luce potesse avere un qualche rapporto con una forma discreta di alcune sue proprietà. Si cominciò a parlare di pacchetti discreti di energia, battezzati fotoni. Con l'avvento delle teorie quantistiche dei campi (ed in particolare dell'elettrodinamica quantistica) il concetto di fotone venne formalizzato ed oggi sta alla base dell'ottica quantistica.
A seguito delle due teorie, corpuscolare ed elettromagnetica, la teoria dei quantum luminosi (quantistica) considera l'onda elettromagnetica un'oscillazione accompagnata da piccolissime particelle dette fotoni.
In questo modo sidistingue l'onda elettromagnetica della luce dalle altre onde elettromagnetiche come le onde radio, raggi X, raggi gamma, ecc..
Questa teoria spiega il fenomeno dell'irradiazione luminosa e delle trasformazioni fotochimiche come la fotolisi e la fotosintesi.
Naturalmente tra le trasformazioni fotochimiche più importanti c'è quella relativa alla fotografia che cosidera l'energia fotonica come parte d'innesto per le trasformazioni fotochimiche. La luce è un'astrazione fisica, paragonata alla luce del sole.
Solo le radiazioni visibili vengono definite come luce, mentre tutte le altre sono indicate semplicemente come radiazioni.
Le radiazioni visibili si trovano nelle ristretta gamma di lunghezze d'onda che va da 400 nm a 700 nm circa dello spettro elettromagnetico.
All'interno di questa stretta gamma , a secondo della lunghezza d'onda, si determinano i colori della luce dal viola (lunghezze d'onda più corte) per proseguire in ordine crescente, con il blù, il verde, il giallo ed il rosso. Oltre la zona visibile del rosso, c'è quella invisibile dell'infrarosso mentre oltre la zona delle lunghezze d'onda più corte del viola, ugualmente invisibili, c'è la zona dell'ultravioletto.
Fonte: Wikipedia
Ph: Leandro Riccini